martedì 28 luglio 2009

Occhio alle foto !

lunedì 27 luglio 2009

il mio pensiero sulle foto

le foto ci fanno da sfondo nel corso della nostra vita....ci servono per mantenere vivi i ricordi delle cose che stiamo vivendo.

domenica 26 luglio 2009

"FOTORICORDO" (Gemelli Diversi)



E allora eccomi qui adesso resto per un po’ da solo meglio così io per il mondo oggi non ci sono e voglio restare con me stesso a pensare se solo adesso mi fermo ancora mi sembra di sognare una foto coi miei attrae il mio sguardo in quello scatolone ricordo sai era la mia prima comunione un caldo infernale un pranzo con poche persone quel vestito nuovo rotto poi giocando a pallone e ancora eccole qui tra mille foto impolverate vedo così le mie emozioni immortalate troppi ricordi momenti incancellabili mentre una lacrima disegna un solco tra i miei brividi guarda mio padre coi baffi siamo nei settanta quel pancione mia madre lo porta assai contenta le foto alle elementari in bianco e nero e a colori guarda questa non ci credo a me lo sai sembra ieri...
Cerco su ogni volto un ricordo e sembra che il tempo non sia mai trascorso e un brivido chiude lo stomaco rimango incredulo e so che le emozioni non muoiono mai...
Vedo gente con noi persa lungo questo mio cammino giuro che mai avrei riconosciuto quel bambino e che cambiamenti tra gli amici e parenti con le mie pettinature quando stavo sui venti mi fermo un attimo qui o meglio mi si ferma il cuore quando a un tratto così ritrovo il primo grande amore resto senza parole sai che eri bellissima guardando dietro c’è un cuore due frecce ed una dedica \"Staremo insieme per sempre tu sei la mia vita\" e un sorriso innocente per poi com’è andata troppo distanti ma troppo simili sono i tuoi occhi a suggerirmelo qui non hai alibi ritrovo serenità quando rivivo quei momenti in tutta sincerità anni rivisti in pochi istanti guarda questa è l’arena ero a vedere Vasco la metto sul comodino accompagnerà questo mio testo...
Cerco su ogni volto un ricordo e sembra che il tempo non sia mai trascorso e un brivido chiude lo stomaco rimango incredulo e so che le emozioni non muoiono mai...
E non so se sorridere io non so cosa può succedere so che voglio vivere fermando il tempo e guardarlo in un fotoricordo... E in sottofondo mettere buona musica questa la voglio me la stacco dalla pagina è la più vecchia c’è tutta la comitiva sembra persino che anche il sole sorrida quanto sembriamo diversi sempre gli stessi alcuni si sono persi ma noi ci siamo ancora e allora scatta subito così per sempre avremo accanto il nostro pubblico...
Cerco su ogni volto un ricordo e sembra che il tempo non sia mai trascorso e un brivido chiude lo stomaco rimango incredulo e so che le emozioni non muoiono mai...

sabato 25 luglio 2009

un salto dal fotografo

carta d'identità digitale

1982- Il primo di ottobre emetto il mio primo acuto...si preannuncia un futuro da cantante?
1985- Il mio primo amore: La Radio. Conosco già a memoria "questo piccolo grande amore"
1986-89- A casa mia si guardava la televisione (in bianco e nero e senza telecomando)
1990- Finalmente arriva la tv a colori.
1991- Inizio a scrivere il mio primo diario segreto.
1992- 24 dicembre, sotto l'albero trovo un SEGA master system (ufficialmente il gioco era per me, in realtà io riuscivo
a giocare ben poco dal momento che "i grandi"l'avevano monopolizzato).
Per consolarmi mi regalano un registratore audio. Inizio a registrarmi mentre canto.
1996- Primo anno all'istituto tecnico. Entro per la prima volta in una sala computer... s.o ms dos.
1998- Acquisto con i miei risparmi il mio primo mattoncino, pardon, telefonino di seconda mano:
alcatel grigio metallizzato.
2003-Il computer arriva anche a casa mia... (come sempre in ritardo) inizia il mio amore-odio con photoshop.
2005-07- Lavoro in uno studio fotografico, photoshop diventa il mio pane quotidiano.
Al negozio arriva il Chiosco della Kodak, una sorta di laboratorio digitale, sistema touch screen che "parla", salva le foto su cd, consente di eliminare gli occhi rossi e personalizzare le fotografie secondo i gusti dei clienti.
Apro il mio primo blog su splinder.com.
Installo il karaoke sul mio pc.
2007- Mi iscrivo all'UNICAL. Internet diventa indispensabile.
2009- Inizia il corso di Ambienti Digitali. Scopro il meraviglioso mondo di blogspot e di tutti i servizi che google offre.
Dopo anni di sforzi, grazie al karaoke, inizio a cantare discretamente. La radio continua ad essere il mio più grande
amore.

domenica 19 luglio 2009

NADAR .... UN GRANDE DELLA FOTOGRAFIA


NADAR




È noto soprattutto come pioniere della fotografia.

L'atelier di Nadar ospitò nel 1874 la prima mostra degli
Impressionisti.
Egli fu caricaturista per Le Charivari nel
1848. Nel 1849 creò Le Revue comique e Le Petit journal pour rire.

Le sue prime fotografie risalgono al 1853; realizzò nel 1858 le prime fotografie aeree della storia, le prime foto scattate da un aerostato; sperimentò inoltre l'impiego della luce artificiale nella fotografia.

Per le sue immagini vellutate si vide regalare il titolo di Tiziano della fotografia”.
Dal
1863, Nadar costruì un enorme pallone ad aria calda battezzato Le Géant ("Il gigante"). Il fallimento di Le Géant lo convinse che il futuro dell'aeronautica sarebbe appartenuto ai mezzi più pesanti dell'aria, istituendo un'associazione per la loro promozione, nella quale rivestiva la carica di presidente e Verne di segretario.
Ritrasse in famose serie di fotografie e di caricature i celebri personaggi del suo tempo (Panthéon Nadar,
1854).
Nel suo studio di Boulevard des Capucines a
Parigi nell'aprile del 1874 ospitò la primissima mostra collettiva dei pittori impressionisti, contribuendo alla nascita della loro fama.
Fotografò
Victor Hugo nel suo letto di morte nel 1885.

Gli sono inoltre attribuite la pubblicazione della prima foto-intervista (nel 1886) e la realizzazione di foto erotiche.

mercoledì 15 luglio 2009

poster

Seduto con le mani in mano sopra una panchina fredda del metro
sei lì che aspetti quello delle 7.30 chiuso dentro il tuo palteot un tizio legge attento le istruzioni sul distributore del caffè
e un bambino che si tuffa dentro a un bignè
e l'orologio contro il muro segna l'una e dieci da due anni in qua
il nome di questa stazione è mezzo cancellato dall'umidità
un poster che qualcuno ha già scarabocchiato dice "Vieni in Tunisia"
c'è un mare di velluto ed una palma e tu che sogni di fuggire via...
di andare lontano lontano andare lontano lontano...
e da una radiolina accesa arrivano le note di un'orchestra jazz
un vecchio con gli occhiali spessi un dito cerca la risoluzione a un quiz
due donne stan parlando con le braccia piene di sacchetti dell'Upim
e un giornale è aperto sulla pagina dei films
e sui binari quanta vita che è passata e quanta che ne passerà
e due ragazzi stretti stretti che si fan promesse per l'eternità
un uomo si lamenta ad alta voce del governo e della polizia
e tu che intanto sogni ancora sogni sempre sogni di fuggire via... di andare lontano lontano andare lontano lontano...
sei li che aspetti quello delle 7,30 chiuso dentro il tuo paletot seduto sopra una panchina fredda del metro

IMMORTALITA'

Sin dagli albori la fotografia è stata associata alla morte. Alcuni ritenevano che farsi fotografare equivalesse a "farsi rubare l'anima", tanto che in alcuni paesi i bambini non potevano essere fotografati senza aver prima ricevuto il sacramento del battesimo.
Di fronte una novità i pregiudizi e la diffidenza sono più che normali. Probabilmente a causa di quella paura del Nuovo che è insita nelle società umane. Basti pensare alle reazioni negative di alcuni fotografi di fronte la svolta del digitale. Ma non solo, se guardiamo un attimino indietro l'arrivo della televisione ha suscitato non poche assurde credenze. Per fare un esempio pratico, mia nonna mi racconta sempre che i primi anni in cui la televisione è arrivata nelle famiglie del mio paese, i mariti ordinavano alle mogli di coprirsi le gambe con una coperta, perchè il conduttore o chi stava in televisione non poteva "vederle" con le gambe scoperte. Sicuramente si trattava di persone semplici, prive di istruzione, e davvero tanto ingenue, ma se questo accadeva in più di una famiglia probabilmente si trattava di un pregiudizio condiviso.
Che la macchina fotografica catturi il corpo di una persona in un determinato istante bloccandolo in quell'immagine per sempre, a parer mio, è la vera grandezza della fotografia, ciò che la fotografia ci offre è L'IMMORTALITA'
Riguardare le foto di chi non è più con noi ci consente di non mandare nell'oblio il loro volto, il loro sorriso, ci offre l'opportunità di farli conoscere anche a chi non ne ha avuto la possibiltà quando essi erano in vita.
Ciò che la macchina fotografica ci consente è la possibilità di conservare per sempre i momenti più importanti della nostra vita, "storie fotografate dentro un album rilegato in pelle", direbbe Baglioni.
Quante volte ci è capitato di guardare vecchie foto e ripensare a tutto un periodo che quasi avevamo rimosso.
La magia della Fotografia è la sua capacità di bloccare il tempo, di rendere presente ciò che ormai è passato, di conservare "quell'attimo di eterno che non c'è".

Gli esordi delle fotografia

DALLA SVEZIA SI RACCONTA CHE GLI OSPITI DELLO SCIENZIATO ITALIANO GIAMBATTISTA DELLA PORTA (1535 ca.-1615) RIMASERO SCIOCCATI. DI FRONTE A LORO, SULLA PARETE DELLA STANZA, SI MUOVEVANO DELLE IMMAGINI RIMPICCIOLITE E CAPOVOLTE DI PERSONE. GLI SPETTATORI IN PREDA AL PANICO SCAPPARONO VIA. E DELLA PORTA FU ACCUSATO DI STREGONERIA.

TUTTO questo per aver cercato di intrattenere i suoi ospiti esibendo una camera oscura. Il principio su cui questa si basa è semplice, ma i risultati possono essere spettacolari. Come funziona?

Quando in una scatola o in una camera buia la luce entra attraverso un piccolo foro, sulla parete opposta viene proiettata un’immagine capovolta di ciò che si trova all’esterno. Ciò che gli
ospiti di Della Porta videro erano attori che stavano recitando all’esterno. La camera oscura fu il prototipo della macchina fotografica. Oggi forse siete fra i milioni di persone che hanno una macchina fotografica o che magari hanno usato le economiche e diffusissime macchine fotografiche usa e getta.

Ai giorni di Della Porta la camera oscura non era una cosa completamente nuova. Già Aristotele (384-322 a.E.V.) aveva osservato il fenomeno che sta alla base della camera oscura, poi nel X secolo questo fenomeno fu descritto vividamente dall’astronomo arabo Alhazen, e nel XV secolo Leonardo da Vinci fece riferimento alla camera oscura nei suoi appunti. Nel XVI secolo l’applicazione di una lente alla camera oscura migliorò la qualità delle immagini, e così molti artisti poterono realizzare opere con notevole precisione prospettica. Nonostante i molti tentativi, però, fino al XIX secolo non si riuscì a rendere le immagini permanenti.

Il primo fotografo

L’inventore francese Joseph-Nicéphore Niepce iniziò probabilmente già nel 1816 a cercare il modo di creare immagini fotografiche permanenti. Ma i suoi sforzi conobbero una svolta decisiva quando, facendo esperimenti di litografia, notò che una sostanza chiamata bitume di Giudea era sensibile alla luce. Verso la metà degli anni ’20 del XIX secolo mise una lastra di peltro spalmata con questo bitume in una camera oscura davanti a una finestra della sua tenuta, e la lasciò esposta alla luce per otto ore. Oggi nemmeno il più inesperto dei fotografi amatoriali andrebbe fiero dell’immagine sfocata che Niepce ottenne e che ritraeva un edificio, un albero e un granaio. Lui però aveva tutte le ragioni per esserne orgoglioso: quell’immagine fu molto probabilmente la prima fotografia.

Per sviluppare ulteriormente il suo metodo, nel 1829 Niepce si associò con un dinamico imprenditore,
Louis Daguerre. Niepce morì nel 1833 e negli anni successivi Daguerre fece alcuni importanti passi avanti. Si servì di lastre di rame ricoperte di ioduro d’argento, una sostanza più sensibile alla luce rispetto al bitume di Giudea. Per caso scoprì che, se la lastra veniva trattata con vapori di mercurio dopo l’esposizione, l’immagine latente appariva nitida. Questa scoperta ridusse in modo drastico il tempo di esposizione. In seguito Daguerre scoprì che lavando la lastra con una soluzione salina l’immagine non si scuriva con il passare del tempo. La fotografia era pronta per riscuotere un successo travolgente!!

martedì 14 luglio 2009

Fotografia come spettro

Sarà stato l'influenza di Roland Barthes sicuramente con il suo libro "La camera chiara" che mi ha fatto pensare ad un particolare sulla fotografia. L'ho sempre avuto davanti agli occhi ma mi è sempre sfuggito...considerare la fotografia come "spectrum" ovvero il soggetto immortalato come spettro. Questo avviene per due motivi. Da una parte il soggetto fotografato perde la sua anima e in quel momento diviene oggetto. Il soggetto animato diviene foto e per questo sarà oggetto inanimato. Dall'altra la foto è spettro perchè colui che è stato fotografato può essere morto o comunque morirà. Molti di noi l'hanno forse sempre pensato davanti ad una foto di un defunto "quella persona è vissuta davvero...ne abbiamo le prove perchè lo dimostra questa foto" (è questa la vera impresa della foto: TESTIMONIARE) ma di quella persona cosa ci resta?una foto-spettro appunto...un fantasma. Anche guardando una fotografia recente questo pensiero ci perseguita. Un compito gravoso dunque quello della fotografia che assume l'immagine macabra di testimone di morte.
Pensiero angosciante quello di Barthes ma vero, almeno dal mio punto di vista.

il villaggio-Pablo neruda

L'ombra di questo monte protettore e propizio,
come una coperta india fresca e rurale mi copre;
bevo l'azzurro del cielo attraverso i miei occhi senza vizio
come un vitello succhia il latte dalle mammelle.
Al piè della collina si stende il villaggio, e sento,
senza volerlo, il rotolare dei tramvai urbani;
una chiesa s'innalza per inchiodare il vento,
ma il vagabondo le scappa dalle mani.
Villaggio sei triste e grigio. Hai le strade lunghe,
e un odor di bottega passeggia per le tue strade.
L'acqua dei tuoi pozzi la trovo più amara.
Le anime dei tuoi uomini mi sembrano più brutte.
Non sanno la bellezza di uno zampillo che canta,
nè di colui che lo travasa fiorendo un concetto.
Senza fermarsi, come l'acqua nella gola,
dai loro cuori esce il verso perfetto.
Il villaggio è triste. Se sono assente penso
che l'assenza sembra che l'avvicini a me.
Ritorno, e anche il cielo ha uno sbadiglio immenso.
E cresce nella mia anima un odio, come quello dianzi, intenso.
Ma lei abita qui.

lunedì 13 luglio 2009

RIFLESSIONE


Una poesia, una canzone,
danno la stessa intensità di una Fotografia...
Una foto è un ricordo che evoca ciò che di bello, brutto, fantastico, turbolento, abbiamo immortalato scattandola!!!
Personalmente adoro le foto perchè essa mi legano a quella immagine che
vorrei per sempre
impressa nella
mia mente!!!!!!!!!!!

Sentirsi sulle nuvole

Aria fresca accarezza i nostri visi
Di fronte a noi l'immensità del cielo...

Sentire di poter accarezzare

batuffoli di nuvole...

lampi di flash rendono eterni

istanti di magica allegria

momenti irripetibili bloccati nel tempo...

attimi di magia da conservare nell'album della vita

in un angolo della memoria...

Abbracciare il vento...

Respirare libertà....

Chiudere gli occhi...

Credere di poter volare...

Magia della mia Calabria...

Forse è qui che vivono gli angeli...

FREDDA NOTTE D'ESTATE

QUANTI OCCHI STANCHI E COLMI DI PAURE!
RACCONTANO IN SILENZO LE MILLE AVVENTURE,
VAGAN NEL RIMPIANTO DI UN TEMPO ORMAI PASSATO
GUARDAN CON FIDUCIA A CHI AMORE E AFFETTO HAN REGALATO.
UNA GRANDE STANZA BLU, GRIGIA AZZURRA E BIANCA
ABBRACCIA LA GENTE SOLA, MALATA IMPAURITA E STANCA.
IL SILENZIO CIRCOSTANTE SUSSURRA LE TRISTI PAROLE
INTINTE DI SPERANZA, DI PAURA E DI DOLORE.
UNA BUIA NOTTE D'ESTATE TRA NON MOLTO ANDRA' VIA,
IGNARA DEI PENSIERI VOLATI TRA LE RIGHE DI QUESTA POESIA.
Ci sono dei momenti in cui la macchina fotografica non c'è, momenti in cui ciò che vedi, e che senti deve essere necessariamente impresso, allora prendi la penna e butti giù alcuni versi, versi che colgono ciò che l'occhio non può vedere.
Questo è quanto mi è accaduto la settimana scorsa. Mia nonna si era operata da poco, per diverse notti le sono rimasta accanto, a vegliare sl suo sonno, sul suo dolore. Circondata da gente sola, e sofferente. Notti insonni che mi hanno aiutato a riflettere su un mondo di solitudine e di dolore. Così ho scritto una poesia.
La fotografia, ormai, è una passione che attrae sempre meno i giovani d'oggi.
Sempre presi dai loro giochini digitali, o da altre mille cose.
L'arte della fotografia è un'arte difficile quanto bella, che ha sempre generato estasi difronte a capolavori come quelli di Diane Arbus, Nan Goldwin, Boogie. Questi geni dello scatto, grazie all'azione delle loro dita sulle macchine fotografiche, e del loro genio creativo sono stati capaci di regalarci degli scatti, ma che dico, degli scorci di vita, delle esperienze che trascendono l'umana natura, elevando i loro soggetti allo stato di perfezione, anche se i soggetti possono spesso venir definiti scabrosi dalla critica.
Vi consiglio vivamente di visitare questi siti:http://www.artcoup.com/(il sito di Boogie)
http://www.masters-of-photography.com una enciclopedia in inglese, su alcuni dei più grandi fotografi della storia.

In oltre vi consiglio " Fur - Un ritratto immaginario di Diane Arbus." un film che narra attraverso una storia inventata il crescente amore di Diane Arbus per i soggetti scabrosi e i Freak.

sulla strada

sabato 11 luglio 2009

gita (2007)



Immaginiamo ora una classe di una scuola media del 2007. Anche questa volta si è in partenza verso Roma, ed anche questa volta la rappresentante di classe, Federica, redige una lista delle cose da non dimenticare, ma non troveremo nessuna voce che richiami rullini o usa e getta. E’ scontato che ognuno porti con se, se non la fotocamera digitale, almeno un telefonino. Le foto che verranno scattate saranno visibili in modo istantaneo, se qualcuno ha chiuso gli occhi la fotografia verrà ripetuta. Una volta tornati a casa si penserà a scaricare le immagini. Probabilmente rimarranno ferme sui personal computer per lungo tempo, chissà forse qualcuna verrà stampata.

Photoshop

Se per un istante soltanto facessimo capolino dalla finestra che affaccia sul sentiero del passato ci renderemmo conto di quanto un tempo fossero complicate le procedure di manipolazione della fotografia.
Oggigiorno, invece, procedere alla solarizzazione di un’immagine fotografica, per esempio, non richiede molto tempo né tanti sforzi.
Chi ha avuto la possibilità di curiosare in un programma di Photoshop sa bene che cliccando sul menu “filtro” si accede ad una serie di opzioni che permettono di modificare una foto con un semplice click. Nel caso specifico della solarizzazione basta scegliere il sottomenu “stilizzazione” e si accederà in una lista di opzioni tra cui quella citata nell’esempio.


Photoshop permette anche di migliorare le foto che in origine si presentano troppo ombreggiate, oppure al contrario eccessivamente illuminate, permette cambiare gli sfondi, colorare le foto, affiancare la nostra immagine a quella del nostro attore o cantante preferito.
Ora, non vorrei far sembrare che a mio avviso basti un click per accedere in tutte queste operazioni. Ovviamente ci sono delle procedure che richiedono tempo e pazienza, come per esempio l’utilizzo del “timbro clone”, la lavorazione di immagini su più livelli, l’impostazione di opacità o trasparenza per celare il bordo di un’immagine scontornata.
Ciò che volevo sottolineare è la possibilità di lavorare sulle immagini fino a stravolgerle. Questo è un dato di non poca importanza. Se ci soffermiamo a riflettere ci viene spontaneo rilevare che con l’avvento di Photoshop la funzione indicale della Fotografia viene messa in discussione.

Un nuovo mestiere

Con il trascorrere degli anni l’attività sembra andare per il meglio, periodicamente Giovanni segue seminari e corsi d’aggiornamento per restare al passo con le tecniche e le tecnologie del campo fotografico.

Nel corso di un seminario viene presentato un nuovo strumento per elaborare fotografie: Photoshop.








Con Photoshop il Fotografo acquista non solo la possibilità di migliorare le immagini fotografiche, ma anche quella di lasciare un’impronta della propria fantasia tagliando i costi dei materiali in precedenza necessari per eseguire
un’operazione di ritocco.
Ora bisognerà procedere all’acquisto di un personal computer dotato dei programmi necessari se non se n’è ancora in possesso e di uno scanner che consenta di acquisire le immagini fotografiche per poterle elaborale. Con il tempo la tecnologia consentirà di acquisire le immagini direttamente dai negativi. Investendo anche tempo e pazienza il fotografo dovrà imparare ad utilizzare Photoshop per acquisire dimestichezza in quelle operazioni che inizialmente risultano complicate.
Questo è solo il primo passo di un lungo viaggio che approderà nell’era del digitale.
Infatti bisognerà attendere per le diffusione delle prime fotocamere digitali per professionisti. Le prime foto digitali non hanno una risoluzione qualitativamente soddisfacente, perché i pixel non sono in numero tale da permettere un’elevata visibilità dell’immagine e pertanto erano per lo più sostituite dalle tradizionali fotografie.
Ciò che realmente sconvolgerà l’attività del fotografo sarà però la graduale scomparsa della pellicola.
A questo punto sembra che crollino davvero le fondamenta su cui i fotografi “vecchio stampo” avevano poggiato le loro certezze. Ma chi è il Fotografo Digitale se non un fotografo che ha difeso con le unghie il proprio lavoro, la propria passione, adattandosi alle esigenze di un’ epoca che richiede continui cambiamenti?

In Gita (1977)


Immaginiamo una classe di una scuola media del 1977. Chiamiamola per convenzione II B.
I ragazzi di II B sono in procinto di partire in gita in una città d’Arte, poniamo Roma per esempio. Mancano pochi giorni alla partenza e Francesco, il rappresentante di classe, stila una lista delle cose da non dimenticare. Nell’ elenco redatto da Francesco troviamo la voce “usa e getta” oppure “macchina e rullini di riserva”.
E’ chiaro che entrambi i casi facciano riferimento ad una macchina fotografica.
Durante la gita i ragazzi si divertono e scattano foto nei posti più belli e nei momenti più divertenti. Tornati a casa dopo una giornata di riposo Francesco esce di casa e dopo una serie di commissioni va dal fotografo, poniamo da Giovanni. Francesco per vedere le immagini fotografiche definitive, dovrà attendere due giorni.

Tale attesa induce i ragazzi della II B a porsi domande come “Chissà cosa ne esce?”; “Forse hai chiuso gli occhi”; “Credo che la foto scattata in albergo sia venuta scura”. Quando le foto saranno pronte le reazioni sfoceranno in entusiasmo se il risultato è quello che ci si aspetta; in delusione se quella che avrebbe dovuto essere la foto più bella si rivela un completo disastro.

Personalmente considero quei giorni d’attesa ciò che rendeva quasi magico il momento in cui si poteva accedere a quelle immagini che ci hanno consentito di rivivere esperienze irripetibili, poterle condividere anche con chi in quel giorno non era con noi.


Dal Fotografo

La passione che si ha per il proprio mestiere non implica necessariamente un successo tale da guadagnare abbastanza per poter vivere solo della vendita dei propri prodotti, o perlomeno il successo di solito arriva dopo tempo, quando si è acquisito un livello di competenza elevato nel settore di cui ci si occupa, spesso dopo anni di sacrifici e rinunce. Che cosa si fa in attesa del successo?
Prendiamo il caso che interessa a noi: il Fotografo.

Dimentichiamo per un attimo i Grandi della Fotografia e tentiamo di concentrarci sulla figura del fotografo che ha il negozio vicino casa nostra, stabiliamo di chiamarlo Giovanni. Diamo per scontato che egli abbia scelto il settore fotografico anche per passione e che abbia messo in piedi la sua attività partendo da zero. Da dove ha iniziato?
[1]
Sicuramente dalla scelta di un locale con l’illuminazione giusta per scattare le foto in studio e ovviamente dall’acquisto di una macchina fotografica professionale e un mini set da posa dotato di fondali, luci e riflettori.
Ora, siccome ha a sua disposizione un budget limitato e non può permettersi le attrezzature per il procedimento di stampa, il fotografo deve contattare un’azienda specializzata nel settore con cui collaborare. Posto che tra tante offerte Giovanni abbia scelto la più conveniente ( non solo per il prezzo ma anche per la qualità del prodotto), l’azienda con cui egli andrà a collaborare diventa l’azienda fornitrice con cui stabilirà i tempi, le modalità di consegna e di pagamento della merce. A questo punto entra in gioco la figura del corriere. Il corriere sarà la persona che si occuperà del ritiro dei rullini e della consegna delle foto e che medierà tra l’azienda produttrice e il fotografo. Se l’azienda in questione si occupasse solo di stampa Giovanni dovrebbe cercare altri fornitori per l’acquisto di rullini, filtri, e quanto altro serve per dotare un negozio di fotografia del materiale indispensabile.

Stabiliamo che sia trascorso un po’ di tempo e che l’attività commerciale vada per il meglio. Immaginiamo di avere l’opportunità di parlare con Giovanni e di chiedergli informazioni sul suo lavoro. Se gli domandassimo quale prodotto renda maggiormente dal punto di vista economico ci risponderebbe innanzitutto che ciò che frutta al meglio non è un prodotto preconfezionato. Le fonti di guadagno più consistenti infatti sono i servizi fotografici che Giovanni offre, book fotografici, foto pubblicitarie, foto di matrimoni, battesimi, comunioni, compleanni
[2]. C’è da aggiungere inoltre che si tratta di eventi straordinari e che non bastano a mantenere il bilancio in attivo. Infatti nel negozio di Giovanni si effettua la vendita al dettaglio di rullini, fotocamere monouso, cornici, album fotografici e una serie di gadgets affini alla fotografia e infine la raccolta di rullini e negativi che passeranno dalle mani del cliente al negozio del fotografo e affronteranno un successivo viaggio verso l’azienda specializzata nel settore di sviluppo e stampa per poi fare ritorno prima da Giovanni e in seguito dal cliente, ma sotto forma di fotografia.
Ora, quali sono i cambiamenti che Giovanni dovrà affrontare con l’arrivo del digitale in ambito fotografico?




[1] Per questioni di praticità eviterò di descrivere l’iter burocratico che bisogna affrontare a partire dall’iscrizione alla Camera del Commercio)

[2] Tutti servizi che richiedono investimento di tempo e materiale e che avranno l’aspetto di un prodotto finito solo al momento della consegna.


Introduzione


Fotografia non è solo arte e tecnica, fotografia è anche, per molte persone, una fonte di guadagno.





In questa sede ci occuperemo dell’impatto che la rivoluzione digitale ha avuto nel mondo del commercio fotografico, parleremo di quali cambiamenti esso ha subito ma soprattutto di come i fotografi si sono dovuti adeguare in breve tempo ad un nuovo modo di operare, come essi hanno dovuto vestirsi di umiltà e “imparare un nuovo mestiere” : quello del Fotografo Digitale.